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  • Data:
  • Luogo: Segno

Duecento emigrati a casa di padre Kino
Ricordi ed emozioni anche per chi ha «scoperto» la valle degli avi
Molti gli oriundi nonesi rimasti sorpresi e affascinati

Articolo ripreso dal: Trentino Alto Adige – Corriere delle Alpi,
del 27.06.2002
(Testo di Giacomo Eccher – foto Pellegrini)

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Oltre 200 emigrati trentini in visita alla casa natale di padre Kino: per molti un ritorno nella terra d’origine, per altri la scoperta di una valle raccontata dai nonni (Foto Pellegrini)

SEGNO. E’ qui che è nato padre Kino? Domanda ricorrente tra gli emigrati trentini che ieri, erano più di 200, hanno visitato a Segno il museo che racconta, con cimeli, murales e pubblicazioni, l’epopea di quello che, forse, è stato il primo grande emigrante trentino nel Nuovo Mondo. “E’ questa la sua casa?” chiede appena sceso dal pullman un anziano, che di Kino ha sentito parlare.
“No, è solo il museo, comunque Kino è nato qui, a Segno” risponde Silvio Chini, presidente fac-totum dell’associazione chiniana che da 10 anni si batte per rendere popolare in Trentino la figura del grande missionario, popolarissimo invece nel nord del Messico e nello stato americano di Arizona. Messicani (intesi come trentini nella terra degli Atzechi) non ce ne sono alla convention dell’Ittona a Trento, e quindi di Kino si è parlato poco, o nulla, nella parte ufficiale. Ma tuttavia una visita c’è stata ai luoghi dove è nato nel 1645, e dove da alcuni anni è visibile in piazza il più grande monumento equestre esistente nella regione.
trentini_1Tra gli emigranti che ieri hanno scelto l’itinerario in valle di Non (altri hanno optato per Rovereto, e altri ancora per la Valle dei Laghi, a seconda delle origini) molti erano gli oriundi nonesi. Ma per alcuni il museo di Segno non è una novità (pochi) per la maggior parte una scoperta. “Ne ho sentito parlare, perché lo Utah dove vivo è vicino all’Arizona, ma non ne so molto (di Kino)” ammette Frank Tremea, padre oriundo di Bieno e madre (una Franch) di Cloz, che in questi giorni si è diviso tra Valsugana e Valle di Non.
Nato in America, è stato a lungo direttore di una scuola media a Salt Lake City, ora è in pensione. “La terra dei nonni è sempre bellissima” commenta in un italiano con cadenza valsuganotta. Mario Tanel, di Spormaggiore, è emigrato 47 anni fa a Toronto. “Ho una figlia a Firenze, sposata, che insegna inglese, il resto della famiglia è in Canada” racconta. E’ emozionato, gli succede sempre, spiega, quando varca la Rocchetta e rivede la “sua” valle di Non. Ma non rimarrebbe più, la sua vita è ormai canadese. “Una cosa bella è trovare in Trentino sempre più persone che parlano inglese, può servire ad avvicinare i trentini della terza generazione alla loro terra d’origine” afferma.
Nella sala del museo con l’aiuto di una traduttrice, spiegano il significato dei murales, dove è riprodotto il Nuovo Mondo, prima e dopo Kino, morto in Sonora, Messico, nel 1711. Mezz’ora di sosta, poi tutti in pullman a Mondomelinda, dove è raccontata la “nuova” valle di Non frutticola. In precedenza erano stati a San Romedio e alla diga di Santa Giustina, spettacolo affascinante con il lago quasi al massimo.